mercoledì 2 marzo 2011

Libertà. Di chi?


...adesso quelle masse premono alle nostre frontiere pronte a entrare. Sono milioni ed il Vecchio Continente non sa cosa fare, al massimo balbetta frasi senza senso, ipotizzando addirittura missioni di pace in Paesi di guerra, le quali, per un'Unione priva di un proprio esercito e che non ha saputo trovare una soluzione per l'Afghanistan, sono la dimostrazione massima di ipocrisia ed incapacità. Fino a pochi giorni fa molte cancellerie europee esultavano di fronte alla caduta dei dittatori del Maghreb, quasi che le rivolte fossero l'avvio di una stagione di democrazia e libertà per il Nord Africa. Nessuno si è chiesto perché cadessero i regimi più morbidi e non quelli feroci tipo l'Iran. Nessuno ha riflettuto sul fatto che non sempre c'è relazione tra le condizioni di vita delle fasce popolari di quei paesi e la voglia di buttar giù il tiranno. In Sudan il reddito pro capite lordo è di appena 2.377 dollari eppure non ci sono state rivolte, mentre la ribellione è scoppiata in Libia, uno degli Stati in cui il reddito è superiore a quello di Romania, Serbia e perfino Brasile. Non sono la molla economica, la pancia vuota e la disoccupazione che hanno scatenato la voglia di abbattere il despota...Egitto, Tunisia, Libia. Tutti affacciati sul Mediterraneo, tutti a due passi dalle coste di Italia, Spagna e Grecia...Purtroppo di fronte a quello che rischia di trasformarsi in esodo biblico, in un'occupazione senza armi, almeno per ora, la UE non sa cosa fare. Essendo una mera espressione geografica, un'immensa burocrazia senza lingua, leggi, cultura comune e pure senza esercito, sta a guardare e ci condanna ad arrangiarci. Anzi, ci condanna e basta, perchè appena alziamo un dito per rimandarli da dove sono venuti l'Europa ci sanziona...

Maurizio Belpietro, Libero, venerdì 25 febbraio