venerdì 17 settembre 2010


Non c'erano fabbriche, perciò niente contorno di capannoni, di pali, di muri, di terra arida sconvolta e sassosa; paese e campagna respiravano con gli stessi polmoni. Le stesse ore, le stesse voci, gli stessi rumori: campane, ranocchie, ferrai, cicale, grilli, giocatori di morra, canto di donne, richiami alla voce; il rumore dei primi motori, riconoscibili come persone, si mescolava agli altri senza distruggerli.

Da "Giù la piazza non c'è nessuno", di Dolores Prato. Ed. Quodlibet.

sabato 7 agosto 2010

Bedrooms of the fallen


Le stanze da letto dei caduti...alcune stanze, dei 5mila morti americani nella guerra in Iran ed Afghanistan. Senza patriottismo, senza colori, senza giudizi. Ma con il disagio profondo di vedere segni di giovani persone che sono morte lontane da casa, con la paura nel cuore ed il pensiero alla propria famiglia...

Un equilibrio

L'essere umano deve trovare un equilibrio tra l'oggi ed il futuro. Se viviamo solo nel presente, e soddisfiamo solo i bisogni immediati, non otterremo mai niente di grande e di rivoluzionario. Se invece investiamo solo su ciò che riusciremo a realizzare tra dieci o quindici anni, rischiamo di perderci la vita per strada. Il problema, quando dobbiamo fare delle scelte, è che non ci sono garanzie di arrivare alla meta. La grandezza e il dramma dell'essere umano è di essere costantemente dilaniato tra il presente ed il futuro.

Da "Otto personaggi in cerca (con autore)", di Bjorn Larsson. Ed. Iperborea, 2009

domenica 25 luglio 2010

A cosa serve l'arte

A cosa serve l'arte? A impedire che i nostri occhi si liquefacciano guardando tutta la spazzatura che tutti vediamo in tv e al cinema per la maggior parte del tempo.

In genere il talento scarseggia. La mediocrità può essere scambiata per genialità molto più spesso di quanto un genio possa rimanere sconosciuto.
I collezionisti sono abbastanza insignificanti nell'ordine delle cose. Quello che importa e sopravvive è l'arte.
Il denaro è il messaggio...

Charles Saatchi, pubblicitario e collezionista (Baghdad, 1947)

mercoledì 26 maggio 2010

Al cuore dell'uomo

Scrive Cesare Pavese. "Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perchè attendiamo?". L'attesa è la struttura stessa della natura umana, l'essenza dell'anima. I grandi desideri e le grandi aspirazioni non sono un ostacolo o qualcosa che complica l'esistenza, ma sono ciò che rende l'uomo irriducibile proprio perchè essi sono il segno del suo rapporto con l'infinito.

Domanda. Da tempo desidero molto fortemente una vita che sia grande, ma non so che cosa sia una vita grande. Nello stesso tempo non voglio essere mediocre, perchè desidero una cosa che in fondo non conosco. Spesso penso di non essere in grado, avverto i miei limiti, la mia piccolezza in modo speciale. Però mi rendo conto, quando guardo le cose con lucidità, che quello che ho incontrato è veramente grande. Nello stesso tempo sono minato da qualcosa che insinua che questa "cosa grande" possa essere un'illusione, ed è tristissimo perchè allora veramente le cose per cui vivo vengono scosse. Però capisco che è meglio andare avanti, continuare a desiderare, anche se è una cosa che pian piano sembra che ti distrugge.
Risposta. Questa tua bellissima provocazione dice una cosa molto semplice: che tu desideri essere grande. Ma perchè desideri essere grande? Che cosa ti fa desiderare essere grande? Un animale non desidera di essere grande, questo desiderio è proprio del cuore umano. Quella natura che ti spinge a desiderare cose grandi è il cuore, quindi seguilo. Cosa vuol dire seguirlo? Vuol dire paragonare tutti gli incontri che fai con quello che il tuo cuore ti dice e, quando corrispondono, seguirli. Così andando avanti non solo non avraì la paura che sia un'illusione, ma capirai che in effetti non è un'illusione. Che sia un'illusione, infatti, è un preconcetto, un sospetto di chi è adolescente, cioè di chi non si è ancora impegnato nella vita. Segui il tuo cuore e gli incontri che corrispondono all'esigenza del tuo cuore, e cammina.

Tratto da "Reltà e giovinezza, la sfida", di Luigi Giussani. Ed. Sei, 1995.

lunedì 10 maggio 2010

"Raro cade chi ben cammina"
Leonardo Da Vinci

domenica 18 aprile 2010

sabato 17 aprile 2010

Gli occhi di Pasternak


Il mondo, Pasternak lo guardava attraverso la cura dell'orto, le finestre spesse della sua dacia, il premio nobel rifiutato, i gerani che lui amava, una malattia dovuta alla grande sofferenza di un uomo geniale ma messo a dura prova da un ambiente a lui vicino ostile, cupo, volgare. Lo guardava, il mondo, anche attraverso la sua televisione; le immagini in bianco e nero che uscivano dal piccolo schermo erano ingrandite dall'acqua che andava versata nell'intercapedine della doppia placca di plastica posta sul fronte.



Aprire una finestra è come aprirsi una vena.

In ogni cosa ho voglia di arrivare sino alla sostanza. Nel lavoro, cercando la mia strada nel tumulto del cuore. Sino all'essenza dei giorni passati, sino alla ragione, sino ai motivi, sino alle radici, sino al midollo. Eternamente aggrappandomi al filo dei destini, degli avvenimenti, sentire, amare, vivere, pensare effettuare scoperte.

Sei l'ostaggio dell'eternità, un prigioniero del tempo.

L'arte è una spugna deve succhiare e lasciarsi impregnare. Deve sempre essere in mezzo agli spettatori e guardare ogni cosa con una purezza, una ricettività, una fedeltà sempre più grandi.

L'arte non è pensabile senza rischio e sacrificio spirituale di sè.

L'uomo è nato per vivere, non per prepararsi alla vita.

Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, che non hanno mai inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore, a loro non si è svelata la bellezza della vita.

Il tempo è un grande maestro. Peccato che uccida tutti i suoi allievi.

Perdere la fanciullezza è perdere tutto. È dubitare. È vedere le cose attraverso la nebbia fuorviante dei pregiudizi e dello scetticismo.

Dichiarazione


E' il titolo di una poesia di Boris Pasternak. Il fatto di essere bloccato a Mosca, senza certezze sulla data del ritorno del nostro viaggio stampa organizzato da Wind Jet e Columbia Turismo, passa in secondo piano rispetto alla meraviglia di questa mattina, quando ho visitato la casa in cui Pasternak ha passato gli ultimi decenni della sue esistenza. Al secondo piano, la sua scrivania, quella su cui scrisse "Il Dottor Zivago", un testo osteggiato dal regime a tal punto che venne pubblicato per la prima volta in Italia, nel 1957, ed arrivò invece in Russia in via ufficiale solo nel 1988. Durante la visita, ad accompagnarci una guida che recitava a memoria le sue poesie, ed il trasporto con cui lo faceva era perfetto per evidenziare l'incredibile sonorità di quei testi; con quel linguaggio musicale, con quella forza di espressione, con quell'amore, le poesie hanno emozionato pur non avendone capito una sola parola.

Ed è anche mia, questa dichiarazione

Dichiarazione
Essere donna è un gran passo,
fare impazzire, eroismo.

E io dinnanzi al miracolo di mani,
schiena, spalle e di un collo di donna
con devozione di servo
la vita tutta riverisco.

Ma per quanto la notte m'incateni
con un anello d'angoscia,
più forte è al mondo l'aspirazione ad evadere
e la passione attira alle rotture.

mercoledì 14 aprile 2010

A Mosca


Mosca. 13 milioni di abitanti. tredici. lo chiamano viaggio stampa. sono stato in cabina col pilota che dice “prima volta in cabina?” rispondo “sì” ribatte “anche per me” e ride. fa più caldo che a casa. la guida dice “quello che è dorato è dorato” ed intende che quel che luccica è davvero oro, in metropolitana. e luccicano anche i pavimenti, pulitissimi, come tutta la città. la “s” qui si scrive con la “c”, e allora tutti a fotografare la scritta “cassa”. la chiesa di san basilio è fragolaepannacremaepistacchio. la benzina costa mezzo euro. la metropolitana 20 centesimi, e se non esci puoi viaggiare quando e dove vuoi. ma lo stipendio medio è 900 euro. per poco non compro a 10 euro un colbacco bianco che il venditore sponsorizza con un cartellino che recita “rabbit”. nella piazza rossa il mausoleo di lenin non ci sta proprio per niente. c’è pure una statua per marx, talmente squadrata che qui è chiamata “il frigorifero”. al funerale di stalin tale era la fila che sono morti calpestati in 200 e la guida dice “quel boia se li è portati via anche da morto”. i magazzini gum vendono merce italiana al triplo del prezzo. il merluzzo della cena sapeva di macchicken. la birra di birra. il caffè d’acqua calda. l’acqua di rubinetto, ma il pane era buono. qui hanno solo vittorie, quando le battaglie le hanno perse non si sa. 

martedì 13 aprile 2010

Lo sguardo verso l'alto

Più ci si eleva e più si è soli. Ma sulle cime delle montagne ogni viandante che incontri è un fratello, mentre in città la moltitudine non ha cuore, non ha nome.

giovedì 8 aprile 2010

La luce del sole


Quello che vorrei dipingere è la luce del sole sulla parete di una casa

Edward Hopper

venerdì 26 marzo 2010

Qualcuno al quale tu possa andar bene


Ti criticheranno sempre, parleranno male di te, e sarà difficile incontrare qualcuno al quale tu possa andar bene cosi!
Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un opera di teatro, che non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca senza applausi.

Charlie Chaplin

venerdì 19 marzo 2010

Miracolosamente non ho smesso di sognare

...i passi svelti della gente

la disattenzione le parole dette senza umiltà

senza cuore così solo per far rumore...


Elisa, "Qualcosa che non c'è"

venerdì 12 marzo 2010

La fedeltà non è un dovere, ma rende l'amore completo


Un tempo valeva la doppia morale, l'uomo pretendeva la fedeltà ma lui non era tenuto ad essere fedele. Oggi maschi e femmine sono sullo stesso piano. Dalle lettere che ricevo vedo che numerose donne sposate hanno un amante infedele e a cui sono infedeli, al punto che mi viene voglia di dire loro: «Ma perché non provate di nuovo con vostro marito, ripartendo da capo, cercando di amarvi davvero, con un vero erotismo e con una vera fedeltà?» Molti credono che sentimenti come l'esclusività, la fedeltà e la gelosia appartengano al passato, rappresentino una debolezza di cui nel mondo moderno si deve fare a meno. Per cui, anche se ami e sei riamato, ogni tanto puoi fare sesso con un altro e non succede niente, il vostro amore, la vostra relazione non ne viene alterata. Ma non è vero. Quando non c'è un amore puoi fare come vuoi, ma se sei innamorato devi stare attento perché l'amore è come un’opera d'arte, come una sinfonia in cui non puoi mettere dentro degli altri suoni a casaccio senza deformarla e distruggerla. E' poi un errore considerare la fedeltà solo un dovere. Nel grande amore essa non nasce dal dovere ma dal piacere.

Lo esprime con grande chiarezza questa donna quando scrive «Non andrò mai con un altro perché non voglio sciupare, inquinare le stupende sensazioni che provo con te. Basterebbe un contatto per intossicare irreparabilmente la loro purezza. Come una goccia di veleno inquina un'ampolla di acqua purissima, come mangiare la mela dell'albero maledetto nel paradiso terreste. La fedeltà ci concentra totalmente sul nostro amato, intensifica il nostro desiderio per lui e ci rende la vita divina. Questo vale anche per te. Se tu andassi con un'altra donna perderesti la strada che riconduce all'incantesimo che abbiamo raggiunto insieme». Nella passione amorosa la fedeltà viene desiderata perché rende l'amore completo. Chi si lascia tentare non potrà più ritrovare la totalità perduta perché una parte della sua anima sarà sempre lontana. E vorrei concludere questa mia dichiarazione eretica dicendo che non è nemmeno vero che il piacere massimo si ottiene cambiando continuamente partner. E’ una vecchia concezione maschilista di cui oggi si sono convinte anche numerose donne. Ma è falsa. Per raggiungere la pienezza del piacere occorre tempo, devi conoscere a fondo la persona che ami, accettare di amarla senza paura, senza orgoglio, senza tabù, senza mentire e cercare l'intimità totale, il piacere totale , l'abbandono totale.


(Francesco Alberoni, Pubblico&Privato, Il Corriere della Sera, lunedì 8 marzo)

mercoledì 10 marzo 2010

Vincere


A volte un vincitore è solo un sognatore che non ha smesso di crederci

Caravaggio, "Amore vincitore"

giovedì 25 febbraio 2010

Creatività irruenta


In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto assassini, guerre, terrore e massacri e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e di democrazia e cosa hanno prodotto? Gli orologi a cucù.

Orson Welles

venerdì 19 febbraio 2010

Cattivi ragazzi


I cattivi ragazzi piacciono alle donne? Dipende; quelle che ammiro io, non ci cascano.

Robert Downey Jr

martedì 16 febbraio 2010

Le care piccole cose che scompariranno


...obsoleto è ciò che è stato solito, comune, che abbiamo dato per scontato. E poi è passato: un oggetto, un modo di dire. E' finita l'era dell'"attimino", tramonterà anche quella dell'"assolutamente sì". Ma è scomparso anche il salumiere, sostituito da supermercati sempre più piccoli e diffusi. Resistono invece le sartine, per orli e aggiustamenti, ma in casa ormai nessuno rammenda le calze bucate. Sono rimasti in pochi a scrivere lettere vere, di carta: la mail è più veloce ed economica, ma ai giovanissimi anche la posta elettronica sembra vecchia...

Bruno Ruffilli, editorialista de La Stampa

venerdì 12 febbraio 2010

Poi ho dormito molto bene


Ieri sera, sotto quella breve nevicata dagli enormi fiocchi, è risalita alla mente la prima canzone che mi ha aperto il cuore. Era il 1989. Non c'è stato fastidio per averla dimenticata, ma solo gioia, per il dono di essersi fatta riscoprire. Stupore, meraviglia, gratitudine.

giovedì 4 febbraio 2010

Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita...


Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.

Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.

Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo.

Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri.

Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l'ascolto sono necessari alla vita dell'anima.

Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.

Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l'indecisione.

Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l'esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.

Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell'Amore.

Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita.


Papa Giovanni XXIII

mercoledì 3 febbraio 2010

Con te si può parlare


Con te si può parlare/disordinare il destino/rimandare il mattino

Da "La sera", Morgan

martedì 2 febbraio 2010

Contro la recessione: uscire dalla palude mentale

La recessione economica si manifesta prima di tutto come crisi della fantasia, della creatività, chiusura nel recinto ristretto dove non rischi nulla, neanche la fatica di pensare. Se non puoi agire, infatti, smetti di progettare e poi smetti anche di immaginare, di sognare. E' il contrario di quanto avviene nelle grandi fasi di espansione. Dopo la Seconda guerra mondiale c'e stato un impetuoso sviluppo economico perché tutti sognavano un mondo nuovo.

La creatività non è stata solo economica, ma in tutti i campi. Nella scienza ricordiamo la scoperta del DNA, la teoria dell'informazione, la teoria del caos. Nel cinema registi come Fellini, Hitchcock e attori come Marlon Brando, Sophia Loren e Marilyn Monroe. E poi grandi pensatori come Sartre, Camus, Levy Strauss, Raymond Aron.

Nell'attuale recessione invece prevalgono la paura, la prudenza, per cui non solo non fai cose nuove, ma hai paura del nuovo. Così non appaiono grandi imprenditori, grandi scrittori, grandi pensatori e, se ci sono, non vengono riconosciuti. Il pubblico riceve prodotti scadenti e si abitua al mediocre, al brutto. Qualche anno fa la trasmissione dei pacchi era tenuta da Bonolis che inventava, improvvisava creativamente ed aveva un successo tale da mettere in crisi «Striscia la notizia». Oggi è una recita piatta, stereotipata, noiosa, ma la guardano lo stesso. E così avviene per le brutte fiction e le rubriche con le solite persone che dicono le stesse cose. La gente rinuncia a capire, si accontenta della cronaca, legge biografie che sono una prosecuzione del pettegolezzo. In mancanza del nuovo arriva il mostruoso. Nelle vecchie fiere di paese c'era la donna cannone e la donna serpente. Oggi per fare audience mettono nello spettacolo una escort, un trans, due lesbiche, un principe e, se li trovano, un nano e una gigantessa. Come si esce da una stagnazione che ha, come riscontro, la chiusura delle fabbriche, il fallimento delle piccole imprese, l'incubo della disoccupazione? Lasciando prima di tutto la palude intellettuale. Non facciamoci rovinare il gusto da cattivi spettacoli, cattivi libri, cattivi film e cattiva musica. Abbiamo a disposizione tutta la più elevata cultura mondiale, approfittiamone, spalanchiamo la mente a ciò che ci arricchisce emotivamente ed intellettualmente. Studiamo, lavoriamo, inventiamoci un lavoro, una attività nuova. Facciamo quello che avremmo sempre voluto fare e a cui abbiamo rinunciato per timidezza o per paura.

(Francesco Alberoni, Pubblico&Privato, Il Corriere della Sera, lunedì 1 febbraio)

lunedì 1 febbraio 2010

L'amicizia liquida

...L'era di facebook ha creato un nuovo tipo di rapporti umani: virtuali, invisibili, fluidi. E ha forgiato un universo in cui le "cose da raccontare" agli altri hanno preso il posto delle "cosa da fare" con gli altri. Ma non è ancora tempo di rimpianti. Soprattutto perchè i legami nati su internet non sono esclusivi. E non soppianteranno mai la voglia di abbracciare una persona che ci è cara...

...siamo animali sociali per eccellenza, anche se gli studi neuropsichiatri fissano a 150 il numero massimo di rapporti sostenibili...

Guglielmo Zucconi, editorialista de La Repubblica

martedì 19 gennaio 2010

Continueremo a scrivere

Continueremo a scrivere di poesia, ma senza viverla.

Che non ci bruci nel profondo, che non abbia a stupirci, che non debba capitare che ci sottragga a ciò che vediamo per darci in pasto a ciò che potremmo sentire.

Ne scriveremo, spesso con la notte, a volte di giorno.

A volte teneri, altre no, perchè certe parole mancano, certi sentimenti stentano e a piccoli passi restano sconosciuti.

Che non ci bruci, nel profondo.

domenica 17 gennaio 2010

Celebrato, o perdonato

Quando è sincera, quando esce dal bisogno di dire, la voce umana non c'è chi possa fermarla. Se le tolgono la bocca, lei parla con le mani, con gli occhi, con i pori, o con quello che sia. Perchè tutti, ma proprio tutti, abbiamo qualcosa da dire agli altri, qualcosa che merita di essere celebrato dagli altri, o perdonato.

da "Il Libro degli abbracci", di Eduardo Galeano

venerdì 15 gennaio 2010

Ecco come!

Ecco come desidero svegliarmi, ogni mattina. Come vorrei, sentirmi ogni giorno...

L'arte e il tempo


"Chi sono i miei contemporanei?" si domanda Juan Gelman.
Juan dice che a volte s'imbatte in uomini che puzzano di paura, a Buenos Aires, a Parigi, o dove che sia, e sente che quegli uomini non sono suoi contemporanei. Ma c'è un cinese che mille anni fa scrisse un poema su un pastore di capre che si trova molto lontano dalla donna amata e che nondimeno può sentire, nel cuore della notte, nel cuore della neve, il rumore del pettine fra i capelli di lei. E nel leggere quell'antichissimo poema, Juan si accorge che loro sì, quel poeta, quel pastore, quella donna, loro sono suoi contemporanei.

da "Il Libro degli abbracci", di Eduardo Galeano (foto)