venerdì 15 gennaio 2010

L'arte e il tempo


"Chi sono i miei contemporanei?" si domanda Juan Gelman.
Juan dice che a volte s'imbatte in uomini che puzzano di paura, a Buenos Aires, a Parigi, o dove che sia, e sente che quegli uomini non sono suoi contemporanei. Ma c'è un cinese che mille anni fa scrisse un poema su un pastore di capre che si trova molto lontano dalla donna amata e che nondimeno può sentire, nel cuore della notte, nel cuore della neve, il rumore del pettine fra i capelli di lei. E nel leggere quell'antichissimo poema, Juan si accorge che loro sì, quel poeta, quel pastore, quella donna, loro sono suoi contemporanei.

da "Il Libro degli abbracci", di Eduardo Galeano (foto)

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