mercoledì 14 aprile 2010

A Mosca


Mosca. 13 milioni di abitanti. tredici. lo chiamano viaggio stampa. sono stato in cabina col pilota che dice “prima volta in cabina?” rispondo “sì” ribatte “anche per me” e ride. fa più caldo che a casa. la guida dice “quello che è dorato è dorato” ed intende che quel che luccica è davvero oro, in metropolitana. e luccicano anche i pavimenti, pulitissimi, come tutta la città. la “s” qui si scrive con la “c”, e allora tutti a fotografare la scritta “cassa”. la chiesa di san basilio è fragolaepannacremaepistacchio. la benzina costa mezzo euro. la metropolitana 20 centesimi, e se non esci puoi viaggiare quando e dove vuoi. ma lo stipendio medio è 900 euro. per poco non compro a 10 euro un colbacco bianco che il venditore sponsorizza con un cartellino che recita “rabbit”. nella piazza rossa il mausoleo di lenin non ci sta proprio per niente. c’è pure una statua per marx, talmente squadrata che qui è chiamata “il frigorifero”. al funerale di stalin tale era la fila che sono morti calpestati in 200 e la guida dice “quel boia se li è portati via anche da morto”. i magazzini gum vendono merce italiana al triplo del prezzo. il merluzzo della cena sapeva di macchicken. la birra di birra. il caffè d’acqua calda. l’acqua di rubinetto, ma il pane era buono. qui hanno solo vittorie, quando le battaglie le hanno perse non si sa. 

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